“C’era silenzio… c’era profumo di vita. Cercò il seno e si attaccò subito, da solo, con una voracità incredibile…”
Un articolo donato all’Associazione Bianca Buchal per la Maternità Consapevole da mamma
Denise Cascianelli 26 aprile 2021
Da dove cominciare nel raccontare la propria esperienza del parto? E’ complicato trovare un “di inizio”… tutto è collegato, come in una collana di perle preziose, ogni attimo della gravidanza ed anche prima, mese dopo mese, ogni elemento che ti fa sentire sempre più vicina al tanto atteso momento del parto è il proseguo di quello prima…ed il pre di quello successivo. Forse può sembrare banale, ma non ho capito che stavo per incontrare il mio cucciolino con la rottura delle acque… la sensazione si è lentamente addensata dentro di me, dentro la mia pancia ed il mio cuore.
La giornata è iniziata con un grande bisogno di riposare, di silenzio e tranquillità. La pancia sembrava essere più bassa del solito e circa 2-3 volte nella giornata ho avuto la sensazione di una contrazione, che la spingeva ancora più in basso. Ho fatto una breve passeggiata al parco vicino a casa… e sono rientrata, tra uno sbadiglio e l’altro, con un gran bisogno di coricarmi. Mi sono venute a trovare delle amiche, che stavano per uscire a festeggiare, era il 29 dicembre e l’aria di Capodanno cominciava a farsi sentire!
Rimasti soli, ho chiesto a mio marito di rimanere a casa da lavoro, sentivo che avevo bisogno della sua presenza. Così mi sono messa finalmente a riposare.
Mi sono svegliata alle 22 circa e non appena mi sono alzata dal letto, ho avuto la sensazione di un bicchiere d’acqua che si rovesciava sulle mie gambe… “Amoooore mi sa che mi si sono rotte le acqueee!”
E sono corsa in bagno per mettermi un pannetto di stoffa nelle mutande, per controllare se il liquido era chiaro o rosato… Così nell’emozione di un momento così magico e ricco di pensieri, sensazioni e vocine interiori, ci siamo stretti in un forte abbraccio.
Mi sono seduta sul nostro tappetone, ho acceso la musica, preso i colori ed una tela e mi sono messa a dipingere…mentre Davide, mio marito, contattava l’ostetrica.
Intanto piano piano… dopo circa una mezz’ora sono cominciate le prime contrazioni.
Io seduta per terra e Davide sul divano con foglio, penna ed orologio a segnare ogni quanto mi arrivavano… e chiedendomi nei momenti meno opportuni quanto forti fossero le contrazioni! Dico nei momenti meno opportuni, perché leggeva dal mio volto che stavo avendo una contrazione e proprio in quel momento mi chiedeva se fosse forte o meno…. e dico la verità, qualche risposta un po’ storta gliel’ho data!
Verso mezzanotte le contrazioni si son fatte regolari… ed il quadro l’ho lasciato a metà!
Nei momenti tra una contrazione e l’altra mi ripetevo di rimanere serena, che ognuna aveva una durata e sarebbe finita presto…Cercavo di vivere il dolore come un’onda.
Dolore, che è strano definire così, la mia sensazione era più simile a quando fai infiniti addominali ed alla fine ti senti in acido lattico, sentivo i muscoli contrarsi.
Verso l’una è arrivata la prima ostetrica, che si è seduta vicino a me e mi ha aiutato a rimanere connessa al mio respiro e a cantare. Ho avuto delle contrazioni posteriori, sembrava mi venissero nella schiena… e per questo motivo mi ha fatto dei meravigliosi massaggi, che ha spiegato anche a mio marito, in modo che potesse proseguire lui… A carponi sul divano, per terra, appoggiata in piedi all’armadio, stesa sul letto, a ranocchia tenendomi a Davide… ho provato diverse posizioni… e tutto stava procedendo bene, anche più veloce di quello che si aspettavano le ostetriche! Verso le 4.00 è arrivata anche la seconda che come una dolce mamma mi ha riempito di attenzioni.
Ogni tanto mio marito provava a darmi un po’ di supporto dicendomi come secondo lui potevo vivermi le contrazioni… e ancora mi viene da ridere a pensare a come, tutte insieme, gli abbiamo chiesto di lasciare perdere! In stanza eravamo solo noi quattro, più un mio amico. In casa in quel periodo eravamo in 6 a vivere, siamo una piccola e giovane comunità e tutti erano in piedi, curiosi, ad ascoltare ciò che stava succedendo ai piani alti!
La notte era ormai giunta al termine e mi ricordo che stanchissima, chiesi se sarei riuscita a partorire entro mezzogiorno almeno e le ostetriche mi risposero che secondo loro mi sarebbero bastate un altro paio di ore. Erano ormai le 6 del mattino.
Mi ricordo che riuscivo ad addormentarmi tra una contrazione e l’altra… si parla di qualche minuto ovviamente, ma dopo la prima fase di dilatazione, il corpo sembrava volesse prendere la rincorsa per lo sprint finale. Ero al buio, nella mia cameretta, con voci amiche, mani che mi accarezzavano e si prendevano cura di me… cominciavo a sentire spingere. Mio figlio (che ancora non sapevo fosse un maschietto) stava collaborando con me per riuscire ad incontrarci e guardarci finalmente negli occhi. Le ostetriche mi suggerirono di fare il verso del cavallo…e così, tutti insieme, cominciammo! In quel modo riuscivo ad evitare di spingere durante le contrazioni, anche se cominciavo ad avere lo stimolo, non era ancora il momento giusto! Ero appoggiata alla sponda del divano, con le gambe aperte, simile ad una ranocchia, l’ostetrica era dietro di me e mio marito al mio fianco… che mi guardava con occhi pieni di amore ed ammirazione… non ha mai smesso di ripetermi quanto fossi bella nonostante la prova che stessi sostenendo… Ed il mio amico in piedi, ad aiutare le ostetriche e noi, portando acqua calda e tisane per tutti, è stato fantastico!
Cominciavo a sentire la sua testolina… lo sentivo completamente incanalato, pronto alla fase finale! Alle 8 circa le ostetriche mi suggerirono di mettermi stesa sul letto, era arrivato il momento di spingere! Una di loro si mise affianco a me e mi disse di appoggiare un piede alla sua spalla, aiutandomi a spingere meglio… Mi ricordo che in quel momento tutta la stanchezza era svanita, sentivo solo l’emozione di essere così vicina a quell’incontro! Mancava veramente poco. Mi sembra di aver spinto 5-6 volte, non di più! Una volta che era uscita la testa, il corpo è uscito praticamente da solo… ed io ricordo questa immensa sensazione di leggerezza, vuoto. Dopo nove mesi, ero da sola nel mio corpo.
Ho urlato “E’ maschio! E’ maschio!” Avevamo deciso di non conoscere il sesso… e quindi l’emozione è stata ancora più grande, era appena nato Nyel… ed erano le 8.43.
Immediatamente era appoggiato su di me…l’ho accarezzato ed amato così tanto… e lui non pianse neanche. Senza urli, senza lacrime.. era sul mio petto e sembrava volesse solo me.
C’era silenzio… c’era profumo di vita. Cercò il seno e si attaccò subito, da solo, con una voracità incredibile… che lo contraddistingue tuttora, a distanza di un anno.
Con calma, abbiamo atteso il secondamento. Non pensavo si continuassero ad avere delle contrazioni anche per espellere la placenta! Nei mesi di gravidanza, avevo letto qualcosa sul parto, ma in realtà sentivo dentro di non volermi riempire di informazioni, ero pronta a vivere la magia di quel momento, passo dopo passo, alla scoperta di quell’esperienza, nella fiducia delle mie sensazioni e del mio corpo.
Nyel era quasi 4kg… avevamo l’arteria ombelicale unica e tutti mi avevano detto sarebbe stato piccolo… non potevamo crederci, neanche le ostetriche.
Il mio primo parto, un travaglio durato appena 8 ore.. tutto meraviglioso, senza complicazioni. Presero Nyel e lo diedero al babbo, che se lo coccolò tutto… Le ostetriche dopo qualche piccolo controllo lo misero nel lettone con me… e ci addormentammo insieme. Mi sentivo così bene, così piena di energia che quasi non mi sembrava possibile. Non avevo neanche avuto bisogno dei punti… Ero mamma, eravamo in tre, nel nostro lettone… pronti ad iniziare insieme il nuovo anno. Un sogno divenuto realtà.
E’ passato un anno e più ormai ed i brividi a ripensare a quel momento sono così forti ancora. E’ stato un anno impegnativo, che mi ha formato tanto e mi ha permesso di entrare sempre più dentro me stessa e chi sono. Il parto ha segnato un forte PRIMA e DOPO nella mia vita, sento di aver vissuto una piccola morte… per dare inizio ad una grande vita.
Mi sento trasformata, diversa. Il corpo che ha segnato per me molti momenti di insicurezza e inappropriatezza, ora è diventato un mio alleato meraviglioso, compagno di vita e consigliere. Dopo aver partorito, dopo un anno di prove, sento di cominciare ad amarmi davvero, nutro stima per il mio corpo e per me stessa, sono così grata per il meraviglioso frutto che è Nyel.
Abbiamo un ruolo fondamentale noi donne, nel generare un nuovo futuro.
Siamo noi ad accogliere nel mondo il prossimo popolo della Terra e non possiamo permetterci di delegare questa meravigliosa responsabilità a nessun altro. E’ un momento fondamentale, è l’inizio della vita. Possiamo scegliere, possiamo mostrarci ed esprimerci.
Mese dopo mese, minuto dopo minuto, possiamo cambiare ciò che è stato scritto per secoli e tornare al significato del nostro potere, con leggerezza, eleganza e amore.
Io ci credo, io lo sento.
Denise Cascianelli