Mamma Pamela ci fa dono del suo racconto, aspettando l’arrivo di sua figlia, attraverso un grande desiderio, una gravidanza e un parto consapevoli.

Articolo del 13 gennaio 2020 donato all’Associazione Bianca Buchal per la Maternità Consapevole. Ringraziamo di cuore Pamela e ci impegnamo alla divulgazione al fine di invogliare altre coppie a vivere come Pamela e Mauro una genitorialità gioiosa e consapevole fin dal concepimento.

“La scoperta del suo arrivo è arrivata poco dopo la mia resa al sogno che una piccola anima avesse potuto scegliere me come madre, immaginatevi quindi il turbinio di emozioni dentro di me. Mille e più programmi buttati all’aria da quello che era da sempre stato il mio sogno, ma ora che era realtà faceva quasi paura.

Dopo lo spaesamento iniziale tutto piano piano, insieme al mio pancione, prendeva forma e così libri su libri hanno iniziato a farmi compagnia in quei nove mesi di gravidanza (una buona parte li avevo letti in precedenza grazie alla tesi che scrissi per diventare una Rebirther intitolata “Per un’educazione prenatale consapevole, connessa e circolare”).

Il Corso per le Mamme e il libro di Bianca Buchal, Gravidanza Consapevole, ci hanno seguiti come coppia, leggevamo qualche paragrafo insieme prima di cenare, mentre altri libri come quelli di Leboyer, Tomatis, Schmid, Aivanhov erano le mie letture preferite che poi riportavo con le mie parole e il mio sentire al mio compagno e alle persone che erano presenti per noi durante questa gravidanza.

Per me, per noi, scegliere di farci seguire da delle ostetriche è stata una decisione di cuore, spinta dal desiderio di essere considerati come Esseri Umani, presi mano per mano, visti e accolti con i nostri lati d’ombra e di luce per essere sostenuti in questa nuova avventura.

Ogni visita ostetrica è stata fonte di dolcezza, rispetto e ascolto nei miei confronti, nei confronti del futuro papà e della piccola creatura che accoglievo nel mio ventre. La mia gravidanza è stata valutata come una gravidanza fisiologica dalle ostetriche e grazie al loro supporto ho potuto vivere il tutto in modo armonioso, senza un eccesso di ecografie o esami al quali sottopormi.

Arriviamo quini alla decisione di voler nascere in una Casa Maternità. Devo confessarvi che non è stata una passeggiata, infatti non sempre le cose vanno bene al primo colpo e così abbiam avuto modo di conoscere un po’ di ostetriche di buona parte del nord Italia, ma ciò nonostante, non ci siamo mai fatti scoraggiare.

D’altronde tutto è perfetto così com’è.

Ma alla fine una Casa Maternità che ci ha accolti l’abbiamo trovata e … l’abbiamo amata dal primo istante.

Qualche giorno prima della data presunta del parto ci siamo trasferiti in Casa Maternità per sentire quello spazio un po’ più nostro e, abbiamo aspettato. L’attesa si è protratta oltre al termine, ma era solo questione di tempo e forse di coraggio.

Così un giorno alle 12.00 iniziarono i primi doloretti ed è iniziata un’avventura che mai dimenticherò nella mia vita. Riservatezza, penombra, sorrisi, sussurri, candele accese, la rosa di Jericho e tanta musica. Massaggi, sguardi, bagni, preghiere, riposi e tanto tanto, ma proprio tanto amore.

Le due ostetriche che sono rimaste al nostro fianco, erano per me come due mamme alle quali aggrapparmi, con le quali sentirmi meglio solo con la loro presenza.

Mio marito presente, silenzioso, in ascolto e fiducioso nelle mie capacità, e in quelle della nostra bambina, è stato il mio punto fermo. Ci sono degli scatti che ci ha fatto l’ostetrica dove siamo abbracciati e stiamo ridendo, per non parlare dei video che mi ha fatto lui dove mi riempie di complimenti e dolcezza (due video all’inizio perché poi il cellulare e l’orologio sono stati messi da parte). Mauro lo sapeva, il parto in quella Casa Maternità era molto importante per me.

L’intimità, la libertà di esprimermi, di chiedere, di fare e di essere, ma soprattutto la libertà di non sentirmi in soggezione e inferiore di fronte ad un camice bianco e soprattutto dormire tutti e tre insieme già dalla prima notte. Il mio desiderio è diventato via via anche il suo e non ha mai vacillato neanche per un secondo infondendomi una ferma fiducia e sicurezza che mi ha permesso di concentrarmi al meglio sul mio viaggio verso nostra figlia.

Devo dirvi però che certi momenti sono stati impegnativi, alcune onde, la logica che non volevo lasciare, le paure della gente, le paure di bambina, rivivere tanti lati di me in quel nostro travaglio, tutti passaggi che ho potuto affrontare grazie alla serenità, al rispetto e all’amore che quelle due donne e quell’uomo al mio fianco mi hanno trasmesso istante dopo istante.

Ho avuto modo di esplorarmi e trovare tutto il potenziale unico e meraviglioso che risiedeva in me per poi finalmente scendere negli abissi per andare a prendere la mia bambina.

Eravamo in quattro su di un letto. Io appesa ad una corda, sorretta da Mauro con le ostetriche sotto di me pronte ad accogliere il frutto del nostro amore e una volta arrivata…sono rimasta estasiata. Una creatura perfetta era lì, appena uscita dal mio ventre, appoggiata al mio petto ed io appoggiata al petto del suo papà.

Intimità.

E’ stato questo il nostro regalo per lei. Una nascita dolce, senza interventi esterni a scandire il tempo o medicine ad interferire nell’ormone del nostro amore.

Intimità.

Suo padre ed io, con ormai più un filo di voce a cantare le canzoni d’amore che le avevamo dedicato per nove mesi, perché lì in quel momento le parole se ne erano andate e nulla aveva più senso se non quel miracolo che era stata la nostra nascita.

Così cantavamo stretti testi di canzoni come “volevo dirti tante cose ma non so da dove cominciare…” oppure “Nella risata di mia figlia c’è la somma di un amore e anche tutte le risposte che alla vita io non ho mai dato, finalmente grazie a te so perché sono nata. Resterà nel cuore l’eco di quest’attimo infinito…”

Cantavamo e ci amavamo.

Il mio corpo è stato in grado di affrontare tutto ciò che mai avrei creduto, è stato forte, ma anche morbido e soprattutto competente come lo è stata mia figlia.

Donne vi meritate un travaglio e un parto rispettati, in ascolto dei vostri tempi e bisogni perché è grazie ad esperienze simili, dove venite messe al centro di ciò che di meraviglioso sta accadendo, che potete rinascere a nuova vita.

Ce lo meritiamo e se lo meritano le nostre creature!

Come veniamo al mondo segna gran parte di tutta la nostra esistenza, pensiamo ad organizzare al meglio viaggi e matrimoni, e alla nascita che importanza diamo?!

La nascita è la fonte del nostro respiro, del nostro affermarci come Esseri portatori di una luce unica su questa Terra.

Permettiamo ai nostri figli di brillare e ai nostri corpi di danzare con essi in libertà e amore.

Vi auguro con tutto il cuore un viaggio verso la nascita pieno di rispetto, presenza, sicurezza e dolcezza.

Poi tutto il resto verrà da sé.

Il puerperio, come le prime fasi di un corteggiamento, richiederanno tempo e conoscenza. Chiedete aiuto. Riposate. Piangete e annusate il profumo della vostra piccola/del vostro piccolo.

Allattare richiede anch’esso tempo, ascolto, aiuto, supporto e sostegno. Ne siete degne e meritevoli.

Nei momenti di dubbio o incertezza, fate un bel respiro profondo, guardate la vostra creatura e accogliete quello che vuole insegnarvi nel momento presente che state vivendo, perché vi posso assicurare che non esiste al mondo Maestra/Maestro di vita più grande di vostra figlia/vostro figlio.

E poi cara Mamma ricordati che ha scelto te tra miliardi di altre Donne al mondo. Ha avuto fiducia in te sin dal primo momento. Muoviti nell’amore e tutto si muoverà per il vostro meglio.

Vi abbraccio al cuore.

Pamela

 

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