Il mondo non si cambia con le grandi rivoluzioni, ma con l’amore di ogni mamma per il suo bambino.

Questa intervista è stata realizzata dalla Fondazione Omraam Onlus nell’ambito del Corso di Alta Formazione dell’Università per Stranieri di Perugia in “Educatore Prenatale per una genitorialità consapevole”.

In alcune parti dell’intervista Bianca Buchal legge le risposte a domande preparate precedentemente, in altre risponde liberamente a domande poste sul momento.

data dell’intervista 10 marzo 2014, Bianca aveva 98 anni

(Parte prima di 3)

Chi è Bianca Buchal?

Io chi sono? Io sono… non lo so. Sono nata per lavorare e lavorare è il mio cammino, prima in casa, poi negli uffici più svariati, con compiti più svariati.

Poi, finalmente, ho potuto inserire prima la Teosofia, prima di tutto avevo delle idee mie rivoluzionarie che mi occupavano molto e che però erano solo mie e non potevo parlarne con nessuno perché avrebbero pensato che avessi perso un po’ l’equilibrio mentale;

Poi ho incontrato la Teosofia che mi ha dato le basi, poi ho incontrato l’insegnamento del Maestro (Aïvanhov) che è Teosofia messa in pratica, perciò le due cose si sono integrate, e sono veramente riconoscente di averle incontrate, prima l’uno poi l’altra, e messe insieme per poterle apprezzare e godere con tutte le mie forze spirituali.

Come sei arrivata al tema dell’Educazione prenatale?

Questo è un pensiero che mi ha sempre accompagnata: la nascita, il bambino… anche nella Società teosofica avevo l’incarico di trattare con i giovani, e ai giovani avevo già inculcato i principi della nascita, perché era la mia passione; e quando sono entrata nella Fratellanza, questa mia idea poteva essere alimentata da nuove cose.

Per un caso molto fortunato, poi, ho fatto degli incontri nel momento giusto, nel giorno giusto con le persone che hanno fondato l’Educazione Prenatale (l’ANEP) e che mi hanno dato del lavoro, a quell’epoca ero già pensionata, per cui ero felice di trovare una cosa che mi appassionasse e così ho continuato…fino a che vivo non mollo!

In cosa consiste l’Educazione Prenatale?

L’istituzione dell’Educazione Prenatale è stata voluta e fondata dal Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov, nei primi anni Ottanta, in Francia, nell’ambito della Fratellanza Bianca Universale, la Sezione Italiana è seguita alla fine del 1992. Negli anni successivi sono state aperte una quindicina di altre Sezioni, sparse in tutto il mondo, soprattutto in Europa, ma anche in Africa.

Lo scopo principale era quello di diffondere tutto ciò che è necessario sapere quando si vorrebbe mettere al mondo un figlio. A quell’epoca ciò che si sapeva della nascita era praticamente nulla. Il risveglio della diffusione delle informazioni in questo campo è iniziato approssimativamente nel 1946, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie alla biotecnologia, e precisamente in seguito all’avvento dell’ecografo, apparecchio che, nella sua versione bellica, era servito a individuare e a colpire i sottomarini nemici. Successivamente, nella sua versione aggiornata, ha consentito di vedere il bambino in formazione nel grembo materno, osservarne il comportamento, e constatare che si trattava di un essere vivo, che infila il pollice in bocca, che gioca col cordone ombelicale e che è in grado di manifestare piacere o il contrario, a seconda degli stimoli che riceve.

Questa è stata una grande e importante scoperta, che ha aperto una finestra sul vasto campo dell’informazione, scoperta che continua tuttora. Per fortuna si è aperta la strada verso la conoscenza di tutto quanto riguarda la nascita, nonché del prima e del dopo. Prima non si sapeva nulla nei confronti della nascita, regnava la disinformazione più totale. Nemmeno i medici erano in grado di dare qualche delucidazione sull’evento nascita.

Si sapeva solo che il parto è doloroso, che bastava nutrirsi regolarmente e in maniera adatta e attendere il momento del lieto evento. In seguito a queste scoperte, il governo di allora ha stabilito che la futura madre, in caso di gravidanza, poteva assentarsi dal lavoro due mesi prima della nascita del bambino e tre mesi dopo. Nel frattempo è apparsa una quantità di libri che trattano l’argomento della nascita, ora, fortunatamente, è debellata l’ignoranza di un tempo, anzi, grazie a numerosi ricercatori e professionisti del campo specifico (Michel Odent, Chamberlain, Jean Pierre Relier, Thomas Verny e altri, anche italiani), ci è dato di conoscere sempre altre norme da seguire, che riguardano la nascita del bambino, come ad esempio il taglio del cordone ombelicale: questo non va fatto subito, come si usava in passato, ma soltanto dopo un certo tempo, per lasciare che “nasca” anche la placenta; dopodiché si attende che sangue, ormoni e altro defluiscano dalla placenta e vadano al bambino, per non fargli mancare ciò che è suo.

Inoltre, il bambino appena nato, va dato subito alla mamma da tenere fra le sue braccia, pelle contro pelle, dove avverrà l’incrocio del primo sguardo mamma-bambino, momento di grande emozione, e la reciproca presentazione: “Io sono la tua mamma”, “Io sono il tuo bambino”, dove il bambino stesso cercherà istintivamente il seno della mamma per nutrirsi. Il bambino appena nato non va assolutamente allontanato dalla mamma per fare i necessari controlli, come si usava una volta. Anche se ancora collegato alla placenta, deve rimanere il più a lungo possibile fra le braccia della mamma, perché è ancora nella sua aura. Se allontanato dalla mamma, trovandosi in un ambiente completamente nuovo, circondato da persone sconosciute, piange e vuole la sua mamma, ma la mamma non viene, per cui accumula disperazione, rabbia, delusione e paura di essere abbandonato. Il distacco improvviso dall’ambiente materno è comunque molto dannoso, soprattutto psicologicamente, causando conseguenze negative a lungo termine.

segue in altri due file pubblicati su questo sito gravidanzaconsapevole.org

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